La Fine del Mondo

La “trilogia” bancaria cui ho assistito nel mese di Settembre, non ha dipanato la matassa che da almeno un anno gli “stragisti” si arrovellano a trovare il capo. Tutti concordi sulle trappole cui è disseminato il terreno e tutti meravigliati per l’andamento di consistenti aree azionarie che continuano a macinare nuovi record su base annua. Ed anch’io sono caduto nella trappola, contravvenendo alla importante logica del “TEMPO” necessario a concretizzare un qualsiasi obiettivo, aspettando a riportare annotazioni e osservazioni, un segnale che non si è avverato, lasciando la situazione inalterata. Si può dire che in quei confronti delle Banche di Investimento vi è stata una uniformità sulle novità e tendenze finanziarie. Anzitutto come accennato, sulle trappole e incognite; in modo che a fronte di qualche “uragano” sempre dietro l’angolo si possa poi giustificare che era ampiamente prevedibile. Ci si attacca alle statistiche, per confermare che pur in presenza di un rallentamento generale non ci sarà Recessione. Al contempo si ribadisce uno scenario Bellico. Tutto sommato il PIL globale resta con segno positivo; ma grazie ai famigerati “paesi emergenti” ed infatti si consigliano posizioni su Titoli di Alta Qualità. In Europa, le due incognite pesanti, la Creek, la crisi della Germania che si porta dietro tutti gli altri Paesi e la Brexit di cui nessuno riesce a capire qualcosa. Poi i dazi nella competizione fra Cina e Usa, oltre la guerra tecnologica. Il Debito Usa di sette miliardi di miliardi di dollari che dopo la contesa con la Cina, la patata bollente quale primo acquirente-creditore è passata al Giappone.

Prima di trattare l’argomento bomba che ogni Banca da un pò di tempo mette sul piatto sicura di non sbagliare, è stato accennato ad uno studio che riguarda da vicino noi Italiani. Oggi anno 2019, su 140 Paesi Sovrani in tema di “Educazione Finanziaria” non andiamo oltre la 65° posizione. E’ una statistica che probabilmente ai più è indifferente. Ma quel dato riflette un comportamento cui ciascuno non può disattendere. La durata media di una allocazione non và oltre i due anni e due mesi (quale obiettivo di vita si può raggiungere in due anni —– leggere la Prima lezione sul “Tempo”); l’ 80 % dell’ingente Risparmio (quasi 5.000 – cinquemila miliardi di Euro) è distribuito fra Obbligazioni e Liquidità. Qualsiasi preoccupazione che può emergere nell’ambito familiare, non è confrontabile con il depauperamento e distruzione dei Risparmi causa l’inflazione, il costo della vita che solo una istruzione comportamentale può proteggere. Ecco cosa rappresenta quella sessantacinquesima posizione che poi a livello concreto vuol dire, tanti soldi in meno in tasca.

E veniamo infine alla parola magica sulla bocca di tutti, vale a dire l’argomento cui tutte le Banche di Investimento cercano di trovare valore e performance: “SOSTENIBILITA'”. Uniformarsi ai 17 principi fatti propri dall’ ONU e creare su questi parametri da parte delle Fabbriche Prodotti, strumenti finanziari per affrontare le turbolenze del futuro. Principi importanti, ma quello che colpisce maggiormente e attira l’attenzione è il Clima e il Rischio Ambientale. Rischio per il quale si stimano danni per 300 miliardi di dollari. Il mutamento stagionale per il surriscaldamento terrestre non si scopre certo dopo l’intervento di “Greta” all’ ONU. Luglio di quest’anno è stato il mese più caldo di sempre. A Parigi si sono toccati i 42 gradi. Ma è il livello della CO2 che dovrebbe preoccupare. Perchè se una certa consitenza e presenza dei gas serra sono necessari, altrimenti la temperatura sarebbe sotto ai 18 gradi, la CO2 ha avuto una evoluzione tale che fà pensare non vi sia nè la conoscenza, nè la percezione di dove stiamo andando a sbattere. C’è stato l’Accordo di Parigi del 2015, firmato da 195 Paesi, ma c’è sempre la tendenza a stabilire l’inizio di un Impegno negli anni a venire futuri. Ma la CO2, non aspetta, corre lontano. 800.000 (ottocentomila) anni fà era ad un livello di 200 particelle per PPM (parti per milione). Oggi gli scienziati ci dicono siamo a 409. Se continua a salire, esempio a 411 PPM avremo lo scioglimento dei ghiacciai come sta avvenendo (sulle Alpi) e al tempo stesso l’innalzamento del livello degli oceani. Si accennava alla Conferenza di Parigi, con l’impegno di limitare il riscaldamento globale sotto i due gradi; in alternativa il livello dei mari si alzerebbe di 22 metri (non c’è bisogno di attendere l’era del Miocene con la CO2 a 500 PPM, con i mari oltre i 70 metri) e addio a città come Trieste, Venezia, Genova, Napoli, Messina e Palermo. In pratica l’estinzione del genere umano.

Il messaggio è chiaro e forte. Oggi, o stai dalla parte di “Greta” o ti accolli i cataclismi, le inondazioni, le alluvioni, le frane; e poi non si venga a dire “siamo stati lasciati soli”. Come se ne esce ? Ci sarà pur sempre la tecnologia, le curve, i tassi e quant’altro; ma avranno sempre meno rilevanza se viene snobbato l’ambiente. Tutto ciò è fonte di instabilità per il sistema finanziario mondiale. Seppure recente (dal 2014 è attivo un Benchmark sul Globale Sostenibile, oltre allo aiuto fornito dai Servizi di Ricerca e Gestione degli investimenti di Morningstar, che segnala con dei Globi i Fondi Sostenibili) l’allocazione in quelle società che operano nel sostenibile ci dice che il risultato è cresciuto in termini percentuali del 77 % rispetto al 38 % del Globale in settori tradizionali. Il Risparmio Gestito può fare molto; se da un lato non può negare i soldi a chi soprattutto inquina, può veicolare i Risparmi nelle Aziende definite nel più ampio concetto ESG e visto i risultati nello interesse dei Retail e Risparmiatori.

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